martedì 21 marzo 2017



 A Salerno :  Maurizio De Giovanni





                                                                          Culture




L’autore dei “Bastardi” ammalia anche “Barliario”
Le interviste di Barliario : Maurizio de Giovanni
                                                                                    (Tratto dalla Rubrica "Noir" di SalernoNews24)
Empatia pura con i personaggi che magistralmente intesse, simpatia per quella sua napoletanità che coinvolge e avvicina: questo e tanto di più crea l’autore dei “Bastardi di Pizzofalcone”, Maurizio De Giovanni a cui è stato conferito, nell’ambito del SalerNoir Festival “Le Notti di Barliario” il primo Premio Barliario alla carriera. In “Pane per i Bastardi di Pizzofalcone” (Einaudi)  c’è odore di pane e di crimine, mentre sono le immagini a parlare in “I Bastardi di Pizzofalcone  dal romanzo alla televisione”, di cui lo scrittore ha parlato con Diego De Silva nell’ambito del festival salernitano. Ma è con la lettura del passo “Ciao amore, sono a casa”, dove narra del ritorno nella propria casa parlando con l’Amore che non c’è più, o c’è sempre, perché la morte non divide … “la morte è una stronzata perché pure il nulla è bello se ci sei tu”.  De Giovanni è arrivato, così, dritto al cuore del pubblico accorso al Museo Diocesano, perché, ancora una volta, ha saputo parlare di emozioni. Regalando emozioni.
-Da poco abbiamo visto su Rai1 la fiction tv “I Bastardi di Pizzofalcone” con Alessandro Gassmann nei panni dell’ispettore Lojacono; ora il libro, un vero racconto per immagini  “ I Bastardi di Pizzofalcone dal romanzo alla televisione”. Quanto Napoli ha influito nel suo mondo di scrittore ?
“Totalmente ! Ho inteso parlare di imperfezione, fratture, solitudine”
-Qual è una caratteristica che ha trasmesso ai suoi personaggi?
“La paternità”
-Un nuovo personaggio che le piacerebbe portare suoi  libri?
“ Vorrei parlare di un personaggio diverso, mi piacerebbe parlare di una donna anziana e povera.
Tre aggettivi per definire “Le notti di Barliario” ?…
“Allegra. Competente. Appassionata”.

Claudia Izzo





  


mercoledì 8 marzo 2017





8 Marzo: un giorno come un altro.







 
                                                                                 Culture



8 Marzo, un giorno come un altro per miliardi di donne. Perché si è donne, sempre.Non ho mai capito bene perché , improvvisamente, una volta all'anno, ci si dovrebbe ricordare di essere donne, ricordandolo ad eserciti di uomini che vedete a loro volta ricordarsi, goffamente,  di avere mogli, compagne, madri, sorelle. Li vedete con in mano giallissime mimose. Un modo per non dimenticare l'angelo del focolare che spesso non esitano ad ammazzare, per scappare con l'amante di turno.

Allora sia. Sia un pretesto per ricordare.

L'origine di questa giornata troverebbe le sue radici nell'episodio del 1908 in cui  delle operaie di una industria tessile protestarono per le terribili condizioni  in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse e il proprietario bloccò le porte della fabbrica per evitare di farle uscite. Divampato un incendio , morirono 129 donne. Fu Rose Luxemberg a battersi per tenere vivo il ricordo.   

L'anno scorso salernonews24.it  propose articoli, a firma di Rosanna Palumbo e mia, su splendide donne salernitane, donne che impegnandosi avevano raggiunto o stavano raggiungendo ruoli di successo, ambiti  prestigiosi o si stavano differenziando per la purissima dedizione al loro lavoro. 

Quest'anno sento il bisogno di ricordare donne sconosciute, donne semplici, donne meravigliose che con la loro vita hanno creato famiglie, aiutato figli a costruire il loro domani, sostituito spesso padri assenti.  Donne che hanno lottato quotidianamente per raggiungere posti di lavoro troppo lontani per i loro fisici gracili, eppure l'hanno fatto nel nome dei figli da crescere. Donne che per amore di genitori e sposi hanno oltrepassato l'Oceano, in cerca di un domani migliore. Donne, giovani vedove, che hanno dovuto trovare la forza di vivere con un dolore come compagno fisso, riuscendo comunque a diffondere amore infinito a figli e nipoti,  tanto da lasciare un ricordo indelebile. Donne che hanno rinunciato ai sogni di carriere brillanti, anelate da sempre, per evitare di creare vuoti. Donne, fortezze di sani principi, veri esempi di vita, dolci e meravigliose, che hanno chiuso i loro anni in  ospizi vari per mancanza di spazio e tempo da parte di figli troppo egoisti. Donne, splendidamente donne, in piccoli paesi dimenticati e svuotati, pronti a sorridere e farsi scaldare il cuore da ogni visita imprevista, soffrendo in silenzio per figli sempre più lontani.  Donne madri di tanti figli, da crescere e amare, in perenne lotta col tempo. Donne uccise dal lavoro dei campi per pochi spiccioli.  Donne guerriere su barconi della speranza con figli aggrappati come koala. Donne capaci di amare infinitamente figli diversamente abili, dovendo trovare anche la forza di sopravvivere a loro. Donne derise, maltrattate,  sfruttate, umiliate, violentate. A tutte, ma proprio tutte,  un pensiero, un ricordo, perché "essere donna è un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai" (Oriana Fallaci)



martedì 28 febbraio 2017



                    Carnevale 2017, a Salerno, con dolcezza !







                                                                           Food
Colori e sapori, come ogni Carnevale! A Salerno,  il tutto è ancora più dolce e fine, se preparato dalle abili mani e dell'estro della cake designer Luisa Galluzzi. 

Qui, la bellezza e finezza estetica dei dolci realizzati si sposa con la bontà e la qualità dei prodotti utilizzati.
Dopo il Liceo Artistico, quella che era la  passione di Luisa è diventata un lavoro appassionante !
Corsi di formazione, attestati, voglia di sperimentare, osare, mettersi in gioco con creazioni mai banali, sempre curate nel minimo dettaglio. A Dicembre Luisa Galluzzi ha vinto la medaglia d'oro per la realizzazione di una torta ispirata alle  "Luci d'Artista", e per dei capcake a tema sposi, nell'ambito del concorso "Torte in fiera".

Gli ingredienti? Passione, creatività, professionalità, manualità, stile.
                                                        

Il Carnevale sprigiona la fantasia e ... le creazioni sono ricercate ed originali. Come sempre.







                   Perché Salerno è terra  di creatività ed arte  nelle sue infinite espressioni ...







E come tradizione detta : ecco le Chiacchiere !!




 Per gli intenditori ... la ricetta :

                                                                         Ingredienti :
1 kg di farina
200 gr. di zucchero
150 gr. di burro
un pizzico di sale
300 ml di vino bianco
3 uova
zucchero a velo

                                                                       Preparazione
Amalgamare tutti gli ingredienti e far riposare i frigorifero per qualche ora. Stendere poi la pasta e tagliare delle striscioline che poi friggerete. Infine, aggiungere lo zucchero a velo.



Gioia e colore a tutti !






https://www.facebook.com/luisa.galluzzi.7?fref=ts

venerdì 24 febbraio 2017




                Salerno si tinge di giallo con  "Le Notti di Barliario"



                                                                              Culture


Tre giorni  di Noir e suspense - 

(Tratto da salernonews24) http://www.salernonews24.com/?p=9646&preview=true

Manca pochissimo e Salerno sarà avvolta da fitti misteri e suggestive atmosfere divenendo capitale indiscussa del noir.

Il manifesto 6x3 a Torrione

Il  2 , 3 e 4 marzo si terrà infatti nel centro storico la terza edizione del “SalerNoir Festival, le Notti di Barliario”, presso la Fondazione Carisal, il Museo Diocesano, la Galleria Cerzosimo e l’Osteria Canali. Il Festival è ideato dall’associazione Porto delle Nebbie, presieduta  dalla vulcanica Piera Carlomagno, giornalista pluripremiata e autrice di noir di successo, medaglia d’oro Associazione Giornalisti Salernitani 2017. La Carlomagno con il team de  "Il porto delle Nebbie", formato da Brunella Caputo, Sabrina Prisco, Massimiliano Amato, Corrado De Rosa, Marcello Ravveduto, ha dato vita ad una nuova edizione de “ Le notti di Barliario”, una tre giorni all’insegna del noir fatta di presentazioni ed incontri con le scuole, reading, performance con i maestri del Giallo e del Noir italiano, ispirata al personaggio semileggendario di Pietro Barliario, medico, alchimista, studioso di testi di magia della tradizione araba, nato nel 1148 che, secondo la leggenda, dopo un patto col Diavolo, avrebbe eretto, in una notte di tempesta, l’acquedotto medievale salernitano, ancora esistente, conosciuto come “ I Ponti del diavolo”.


L’organizzazione del Festival è in collaborazione con le Fondazioni Carisal e  Copernico ed è patrocinata dal Comune di Salerno.
Novità di questa terza edizione saranno il “Premio Attilio Veraldi”, assegnato allo scrittore padovano Massimo Carlotto, creatore della figura dell’investigatore Marco Buratti, l’Alligatore, ed il “Premio Barliario” , tributo alla carriera, che quest’anno vede premiato Maurizio De Giovanni, per il grande successo ottenuto con le storie del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone. Altra novità sarà il "Premio Barliario" riservato ai ragazzi delle scuole, studenti del Liceo Francesco De Sanctis e del Liceo Classico Torquato Tasso che hanno scritto un racconto a tema. Ancora innovazione in questa edizione con la mostra fotografica “Dodici Nere” del fotografo salernitano Armando Cerzosimo ed il concerto degli ElectricEthno Jazz Trio con  Stefano Giuliano, Domenico Andria e Pietro Ciuccio.




“Stiamo investendo in questo progetto e ci crediamo moltissimo, è una iniziativa di crescita e formazione per i giovani ed abbiamo a possibilità di far vedere il centro storico” ha affermato con entusiasmo il Presidente della Fondazione Carisal,  Alfonso Cantarella;  “i ragazzi sono il polmone di questa iniziativa, il focus è legato al noir, ma al tempo stesso ai luoghi che viviamo”  ha sottolineato il presidente della Fondazione Copernico, Renato Paravia, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento.


                                                           La conferenza stampa




                                                                    Le cartelline ...

In questo ambito il presidente Associazione giornalisti Salernitani Enzo Todaro non ha perso l’occasione di sottolineare lo spessore professionale della Carlomagno, ideatrice dell’iniziativa. “In questa società di nebbie fitte un raggio di sole può squarciare le nebbie e la Carlomagno richiamando persone di alto profilo apre una finestra su Salerno”.


                                                              Piera Carlomagno

Claudia Izzo

















mercoledì 22 febbraio 2017




                                                         
Fotografare la città






Art



Fotografare è un piacere immenso per tanti. Si esce alla ricerca della giusta angolazione, del giusto soggetto e della giusta luce e poi ... sono tanti i particolari che vengono immortalati, per sempre. E restano lì a ricordarci chi eravamo in quel momento e chi siamo. Si, perché una foto, come un quadro o un libro, rivela tanto di noi.

Simona De Luca è una ragazza salernitana appassionata di immagini ed arte. Nonostante la sua giovane età, Simona, sorriso solare, forza e determinazione, ha partecipato a numerose mostre ottenendo riconoscimenti e grande consenso di pubblico.

Per lei fotografare è ..."dipingere con gli occhi".  




Scorci di mare, barche pronte a prendere il largo, desiderose di sole e d'estate.





Giochi d'acqua creati dal vento in Piazza Abate Conforti




Dall'alto. Eccola Salerno nella sua estensione









Nel cielo di Salerno con la  Ruota Panoramica









Contro la violenza sulle donne, Simona ha posato lo sguardo sulla sua città.
Ha scelto  luoghi che appartengono alla nostra quotidianità immortalando una donna lacerata dentro, perché la violenza si annida nella quotidianità, nei luoghi vissuti, tra persone comuni.








                                     E poi Salerno in abito da sera, pronta ad affascinare chiunque.













giovedì 16 febbraio 2017




                                                          Il fascino de  "Il giorno prima"





                                                                Culture
   
La regista Brunella Caputo affascina il Piccolo Teatro del Giullare con "Il giorno prima"


Personalmente amo il giorno prima, prima di tutto. Del Natale, del compleanno, dell’appuntamento, del matrimonio, della partenza, della causa legale, dell’esame. E’ il momento in cui ti metti a nudo, ti pervade una spinta adrenalinica e trovi la forza per far emergere ciò che tenevi dentro. Celato. Pensieri, ricordi, emozioni, dolori. E, soprattutto trovi la forza di scalare montagne che ritenevi insormontabili, ti guardi allo specchio e parli a te stesso.

Chi è riuscito magistralmente  ad interpretare questo momento, queste emozioni è Brunella Caputo, Piera Carlomagno e Massimiliano Smeriglio ne “Il giorno prima”, tre atti unici con la regia di Brunella Caputo presso il Piccolo Teatro del Giullare, ina via Vernieri, traversa  Incagliati, a Salerno.

Tre le storie narrate. Tre donne ed un uomo protagonisti assoluti di una scena che inghiotte, portando lo spettatore nello spazio intimo tra i protagonisti stessi e lo specchio immaginario che li denuda, scoprendone  le anime.

Arriva dritta al cuore l’interpretazione di Cinzia Ugatti nei panni di una donna segnata dalla vita e dal dolore, mentre culla dolcemente la sua bimba che non c’è. In attesa di qualcosa di grande  che finalmente accadrà l'indomani, ci conduce per mano nel suo passato pieno di dolore. 

Assurda ma non improbabile è la possibilità di un incontro casuale, nel secondo atto, tra due giovani, interpretati da Elena Monaco e Alfio Battaglia. Impeto e passione: questo scopriranno di aver vissuto voracemente i due protagonisti, prima di vivere anche loro qualcosa di importante l'indomani.

Intensa Brunella Caputo nel suo tailleur nero, col suo sguardo calamitante, affabulante, a pieni nudi prima, sui tacchi poi, scava, innanzi ad uno specchio immaginario,  nella sua vita, nel suo passato.  Si riscopre, così, ad attendere che il marito "perfetto", docente di teologia, vada incontro al suo destino, l'indomani. Tutto prenderà forma l'indomani, bisogna attendere. Ed in questa attesa, ci si guarda dentro.

“Il giorno prima” diviene dunque, il giorno delle confessioni inconfessabili.

Claudia Izzo

Foto a cura di Bledar Hasko
Tratto da salernonews24
































venerdì 10 febbraio 2017

"Cuoppo" che passione !




 




FOOD

A Salerno, a Cetara, ad Agropoli ... ovunque, sotto un cielo salernitano non si può resistere al "Cuoppo", frittura di pesce da passeggio.  La nuova tendenza dettata dalle nuove attività commerciali, invita proprio a passeggiare  tra le strade della movida  o le stradine delle località costiere, gustando qualcosa di davvero squisito !




                                                          
Il  "Cuoppo" o "cuoppetiello",  è un  cartoccio di frittura di pesce fresco che trova le sue radici nella cucina popolare napoletana. La tradizione colloca i fritti napoletani  nel Dopoguerra. Chi non ricorda la splendida Sofia Loren nel capolavoro di De Sica "L'oro di Napoli" in cui, però, frigge ... pizze?

Da allora, mode e tendenze ...fino al  "cuoppo" di mare.

Il "cuoppo" è un involucro in cartapaglia, arrotolato a forma di cono, ottimo per contenere i fritti, per assorbirne l'olio residuo, per mantenerne il contenuto  caldo.


Il pesce d'altro canto, ben asciugato, va passato nella farina rigorosamente di semola di grano duro e gentilmente fritto in olio extravergine di oliva  per conferire al pesce l'aspetto croccante e dorato fuori, mantenendo il cuore tenero. Dopo va passato nel colafritto napoletano con foglio assorbente.






Dai calamari alle seppioline, dalle alici ai  gamberetti, a qualche pezzo di baccalà, pescato del giorno o  di paranza, dal nome della barca utilizzata per questo tipo di pesca, con merluzzetti, triglie e sogliolette, il cuoppo va assaporato con un pizzico  di sale e ...  "frijenno magnanno" !!